• Passa al contenuto principale
  • Skip to after header navigation
  • Skip to site footer
  • Newsletter
  • Modulistica e informazioni
  • 5 per mille
  • Privacy
  • Area riservata
  • Trasparenza
  • Modello 231
Fondazione Filippo Turati Onlus

Fondazione Filippo Turati Onlus

Ente Morale Associato alle Nazioni Unite

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • LinkedIn
  • YouTube
  • La Fondazione Turati
  • Le Nostre Sedi
  • Centri di Riabilitazione
  • Residenze per Anziani
  • Residenze per Disabili
  • Notizie

Anziani, preoccupazioni e paure

Ti trovi qui: Home / Notizie / Anziani, preoccupazioni e paure

Dalla ricerca della Fondazione Turati sul pianeta anziani

Le preoccupazioni

Riguardo alla fase attuale di vita, una quota maggioritaria degli anziani (42%) non vuole problemi, vuole vivere in tranquillità e prendere meno impegni possibile. E’ il distacco dai problemi reali della terza età, da una parte conseguenti al rilassamento atteso dopo aver chiuso la fase del lavoro, dall’altra, invece, indicatore di una condizione psicofisica all’insegna della precarietà e ingigantita da una peggiore condizione economica.

C’ è poi un terzo di anziani (30%) che ha si propone al servizio della famiglia, anche per l’accresciuta disponibilità di tempo rispetto a quando erano impegnati sul lavoro ma soprattutto al desiderio di contribuire in qualche modo, di sentirsi utili per i propri cari anziché un peso per i figli o per la società

grafico_importanza

 

Di fatto tra gli assistiti la voglia di tranquillità raggiunge il 51% contro il 38,4% dei non assistiti. Incide il livello di istruzione ed infatti solo il 20,7% dei laureati la indica contro il 52% di coloro che sono privi di titolo di studio. L’estraniazione dai problemi appare una condizione subita per chi segnala grosse difficoltà economiche ad arrivare a fine mese (45,8%) rispetto a chi invece ci arriva facilmente (24,4%). L’altra discriminante netta è l’età: ben il 56,2% degli ultrasettantacinquenni sceglie questo rinchiudersi al proprio interno mentre l’apertura al mondo ed ai suoi problemi prevale ancora tra 60 e 65 anni, fascia nella quale solo il 26,5% opta per questa sorta di volontaria clausura.

grafico_tranquillita

L’articolazione regionale mostra precise “specializzazioni”: la ricerca di tranquillità, la fuga degli impegni è il tratto distintivo degli anziani pugliesi, mentre l’impegno per la famiglia caratterizza maggiormente i toscani mentre gli anziani del Lazio mostrano una più consistente propensione alla solidarietà ed al sociale.

grafico_articolazioneregionale

Le paure

Circa i due terzi degli anziani testimonia di non soffrire di alcuno stato d’animo capace di generare insicurezza, irrequietezza. : sono ovviamente gli anziani autosufficienti, in ottima salute e con un buon tenore di vita, generato da un valido percorso di studi con una convincente carriera professionale: insomma meglio essere sani e benestanti, che malati e poveri

Per l’altro terzo di anziani invece, paure e minacce percepite, da stati d’animo negativi, tendono a delineare situazioni psicologiche ad alto rischio: se legate a limitazioni fisiche e economiche, questi stati costituiscono un mix demolitore per la prospettiva di vita rimasta per l’anziano.

torta_paure

È soprattutto la condizione economica a fare la differenza, come testimonia l’85,3% di chi arriva a fine mese facilmente contro il solo 35,9% di chi è alle prese con i pro­blemi quotidiani della sopravvivenza, e poi il titolo di studio con i laureati al 72,4% contro il 52,6% di chi non ha titoli di studio. Essere più giovani, maschi e non assistiti costituisce un vantaggio rispetto ai più anziani, donne e non autosufficienti

serenavecchiaia

La rabbia contro se stessi e contro gli altri non è lo stato d’animo più ricorrente (6% degli anziani, poco meno di un sesto di coloro che denunciano preoccupazione diffusa e esposizione alla fragilità) ma è sicuramente quello più grave perché caratterizzato da aspetti che segnalano massima pericolosità nella persona: minima autosufficienza (necessita di cure costanti per molte funzioni giornaliere), minima disponibilità economica e scarsa capacità di proiettarsi verso il futuro con nuove attese e speranze.

Più diffuso (17%) è l’atteggiamento di sconforto legato a tristezza e depressione. Presenta le stesse caratterizzazione di chi soffre di rabbia, pur con una minore gravità. . Il tratto che più accumuna questo stato con il precedente è la ridotta autonomia della persona, ugualmente bisognosa di assistenza, il tratto che invece li differenzia è che si manifesta maggiormente negli anziani che vivono con altri familiari e con i figli, un problema diverso da gestire proprio per quelle persone care che si occupano della loro vita.

Per il 12% di anziani, un terzo di quelli soggetti a turbe psicologiche, si rileva la comparsa di fenomeni di ansia ripetuta; è una manifestazione legata soprattutto a problemi di carattere economico che si rafforza tra coloro che non hanno ancora raggiunto il livello più grave di dipendenza.

Sono gli anziani toscani a mostrare un assai più diffuso sentimento di tristezza e depressione mentre nel Lazio si è presi – più che nelle altre due regioni – da rabbia contro se stessi e gli altri.

regione_tristezzarabbiaect

Tre draghi turbano l’animo degli anziani: diventare invalidi (38%), perdere le capacità mentali (35%) e la solitudine (19%).

La paura dell’invalidità e della perdita dell’autosufficienza appare distribuita in misu­ra uniforme all’interno del campione: caso mai è da sottolineare come sia più accen­tuata tra gli autosufficienti (41%) rispetto ai non autosufficienti (31,5%) che già fanno i conti con questa condizione. È una paura che aumenta con il progredire dell’età via via che ci si avvicina alla soglia nella quale le probabilità di precipitare in questa con­dizione diventano maggiori, per poi attenuarsi progressivamente rimanendo tuttavia incombente nell’orizzonte di vita.

La paura di perdere le capacità mentali penetra senza sostanziali differenziazioni nell’universo indagato: una paura che colpisce di più chi ha più scommesso sull’i­struzione e teme l’indifferenziato livellamento (laureati 42,6%, senza titolo 34,2%) e più le donne che gli uomini (37,2% contro 33,1%) soprattutto perché verrebbe meno le responsabilità assunte nei confronti della famiglia.

Dopo la perdita dell’autosufficienza, vuoi per le peggiorate condizioni fisiche, vuoi per la caduta del pieno possesso delle capacità mentali, la preoccupazione principale che investe un quinto degli anziani è la paura della solitudine. Occorre aggiungere che riguarda soprattutto anziani “soli” in casa propria, dove vivono con altri anziani o con la badante, non più assistiti dai figli nonostante la necessità conseguente alla condizione di non autosufficienza. Una paura che appare più avvertita tra i non au­tosufficienti (24,2% contro 17,2%), e da chi dispone di minore istruzione (20,8% dei senza titolo contro il 15,2% dei laureati) e, per ricordare che i soldi non sono tutto, fra chi non ha problemi economici 24,8% contro 20,4% di chi sopravvive in mezzo alle difficoltà.

condizioneautosufficienza

Gli anziani della Toscana avvertono più degli altri (42%) la paura di perdere le capacità mentali mentre nel Lazio il timore più diffuso è quello della invalidità (39%) mentre la paura della solitudine segna gli anziani di Puglia più di quelli delle altre due regioni.

grafico_solitudineect

18 Luglio 2014 | Fondazione F.Turati OnlusPubblicato in: Notizie, Primo piano
Post precedente:Una lezione di vita
Post successivo:Un voucher per i servizi alla persona

Sidebar

  • Per contattare le nostre strutture
  • Iscrizione newsletter
  • Convenzioni attive
  • Come accedere alle nostre strutture
  • Dati per la fatturazione elettronica

La Fondazione Turati

  • La Storia
  • Modello 231
  • Organizzazione
  • La nostra filosofia
  • La nostra offerta
  • Le Nostre Sedi
  • Responsabilità sociale
  • Bilancio sociale
  • Codice etico
  • Trasparenza
  • Bilanci
  • Studi e Pubblicazioni
  • Regolarità contributive
  • Lavora con noi
  • Archivio notizie

Le nostre Strutture

  • Toscana – Centro di Riabilitazione e Terapia Fisica di Pistoia
  • Toscana – Kineia, Centro di Riabilitazione privato a Pistoia
  • Toscana – Centro di Riabilitazione di Gavinana sulla Montagna Pistoiese
  • Puglia – Centro di Riabilitazione di VIeste sul Gargano
  • Lazio – Centro di Riabilitazione di Zagarolo vicino Roma

Fondazione Filippo Turati Onlus

Sede Legale
Via P. Mascagni, 2 51100 Pistoia

Direzione ed Uffici Amministrativi
Via Fiorentina, 136 51100 Pistoia
Tel 0573 976143 Fax 0573 368030
E-mail: info@fondazioneturati.it
Pec: pistoia@pec.fondazioneturati.it

Dati per la fatturazione elettronica

Centri di Riabilitazione

  • Centro di Riabilitazione di Pistoia
  • Centro di Riabilitazione di Gavinana
  • Centro di Riabilitazione di Vieste
  • Centro di Riabilitazione di Zagarolo
  • Kineia, Centro di Riabilitazione Pistoia

Poliambulatori

  • Koinos – Centro Sanitario Pistoiese

Residenze per Disabili

  • Residenze per Disabili di Gavinana
  • Residenze per Disabili di Vieste

Residenze per Anziani

  • Residenze per Anziani di Gavinana “I Fiori”
  • Residenze per Anziani di Gavinana “Gli Alberi”
  • Residenza per Anziani di Vieste
  • Residenza per Anziani di Zagarolo

Centri Diurni per Persone Disabili

  • Centro Diurno di Pistoia
Aderente AIOP
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • LinkedIn
  • YouTube

Fondazione F.Turati Onlus – Ente Morale Associata alle Nazioni Unite | P.IVA 00225150473 Codice Fiscale 80001150475

Privacy Policy | Cookie Policy