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Nicola Coccia

Amori e capolavori durante la Resistenza

«L’arse argille consolerai: Carlo Levi dal confino alla Liberazione di Firenze attraverso testimonianze, foto e documenti inediti», edizioni Ets, di Nicola Coccia, sarà presentato sabato 14 luglio a Gavinana al Centro Turati.

Uno dei capolavori del ‘900, «Cristo si è fermato a Eboli», è stato scritto in Toscana. Carlo Levi, medico e pittore, ebreo e antifascista, membro del Comitato Toscano di Liberazione, lo scrisse mentre per le strade si eseguivano retate di ebrei, si uccidevano renitenti alla leva e dal cielo gli Alleati bombardavano gli scali ferroviari per impedire i rifornimenti ai tedeschi. Ogni giorno poteva essere l’ultimo. Ora un giornalista, Nicola Coccia, ha ricostruito quella vicenda in un volume intitolato:

«L’arse argille consolerai: Carlo Levi dal confino alla Liberazione di Firenze attraverso testimonianze, foto e documenti inediti», edizioni Ets. L’autore, per sei anni, ha setacciato gli archivi di Stato di Matera, Roma, Firenze, Torino, nonché quelli della casa editrice Einaudi. Ha rintracciato in Basilicata, Lazio, Toscana, Svizzera e Stati Uniti le persone che avevano incontrato Carlo Levi. Nell’ultimo capitolo c’è l’intervista alla figlia segreta dell’antifascista torinese. Nelle sedici pagine di fotografie, molte delle quali inedite, vi è anche quella dell’uomo che ha suggerito a Carlo Levi il titolo del suo capolavoro «Cristo si è fermato a Eboli» e un quadro, molto significativo, rimasto chiuso in una stanza per settant’anni.

Le vicende umane, raccontate nel libro, cominciano dal confino, da Aliano e Grassano, dove Carlo Levi venne sbattuto dal fascismo,  per concludersi a Firenze dove l’antifascista torinese rimase quattro anni. Carlo Levi cambiò molte volte casa. E infine trovò rifugio  nell’abitazione di Anna Maria Ichino che dal 1938 al 1944 salvò molti partigiani, ebrei, studenti e intellettuali. Questa donna, dimenticata dalla Storia, rischiò la vita ogni giorno per aiutare gli oppositori di Mussolini. Anna Maria Ichino, si era formata nella famiglia della mamma, a Vangile. I nonni e i bisnonni erano stati eletti, o nominati, sindaci di Massa e Cozzile a più riprese dal 1877 fino al 1930. La sua educazione politica avvenne nel 1925 quando circa mille fascisti aggredirono in un albergo di Montecatini Giovanni Amendola, che morì l’anno successivo per le ferite riportate. Cercò anche di testimoniare contro gli esecutori materiali dell’agguato. Nella casa di Anna Maria Ichino, trasformata in un centro clandestino del Comitato di Liberazione, Carlo Levi scrisse «Cristo si è fermato a Eboli», il libro più importante del nostro dopoguerra, secondo Vittore Branca, l’Indiana Jones della nostra letteratura.

Il libro, che ha vinto il Premio Nazionale Carlo Levi, sarà presentato sabato 14 luglio alle 16 a Gavinana. Sarà presente Nicola Coccia.

28 Maggio 2018 | Fondazione F.Turati OnlusPubblicato in: Gavinana, NotizieArgomenti: Carlo Levi, Nicola Coccia
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