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Craxi, riformista e statista

Presentato a Milano, al Circolo De Amicis, il libro della Fondazione F. Turati su Craxi. Sottolineata l’opera del leader socialista per la modernizzazione del Paese. La necessità di storicizzarne la figura riconoscendone meriti e intuizioni.

La presentazione a Milano del libro edito dalla Fondazione F. Turati «Craxi, le riforme e la governabilità» di Zeffiro Ciuffoletti e Edoardo Tabasso, per i tipi del Pozzo di Micene – Lucia Pugliese editore, ha praticamente rappresentato l’apertura delle celebrazioni per il ventennale della scomparsa dell’ex segretario del PSI che si svolgeranno nel corso del prossimo anno. Il volume fa parte della collana “Piccola biblioteca del riformismo socialista” voluta dalla Fondazione Turati per ricordare sia i temi sui quali nel corso degli anni si è impegnato il pensiero riformista sia i principali protagonisti di quella straordinaria esperienza.

A parlare del libro, al Circolo E. De Amicis di fronte ad una sala gremita, il presidente della Turati, Cariglia, gli autori Ciuffoletti e Tabasso, il presidente del Circolo, Mario Artali, e Carlo Tognoli, Ugo Finetti e Maurizio Punzo.  

Dal confronto è scaturita una ricostruzione a tutto tondo del periodo storico nel quale Craxi svolse la sua attività politica, un periodo che fu caratterizzato dalla guerra fredda con tutto quello che questo significò sul piano interno e internazionale. In quel contesto l’azione di Craxi mirò ad affrancare definitivamente il PSI dall’egemonia che il partito comunista esercitava sulla società italiana e a ricollocarlo nel solco dei grandi partiti socialisti e socialdemocratici che erano al governo in gran parte dell’Europa occidentale. Una scelta che, sul piano interno, ebbe come conseguenza la necessità di mettere a punto una politica di sinistra ma di governo e non di opposizione. Da qui il progetto della “grande riforma” che assicurasse al paese la governabilità e riuscisse a conciliare finalmente meriti e bisogni, la lotta contro l’inflazione che in quegli anni scese dal 19 al 4% e la scelta, coraggiosa e solitaria, di indire il referendum per l’abolizione della scala mobile. Contro quella politica il Partito comunista, per la verità non tutto ma nella sua parte maggioritaria, si scagliò con forza inaudita nel timore che la nuova politica craxiana portasse ad un rovesciamento a sinistra dei rapporti di forza. E nel contrasto a sinistra furono usati tutti i mezzi leciti e non leciti non ultimo quello della strumentalizzazione del problema del finanziamento della politica che, lungi dall’essere affrontato e risolto nel contesto generale finì per addossare al solo Psi e al suo leader tutte le responsabilità e le colpe di un sistema che invece riguardava tutti indistintamente. 

La storia non si fa con il senno del poi. Ma non si può fare a meno di pensare a come sarebbe stata diversa la storia di questo paese se il tentativo craxiano avesse avuto successo. È vero che oggi tutte le grandi democrazie europee sono in difficoltà. Le difficoltà derivanti dalla globalizzazione e l’ondata populista non risparmiano nessuno ma il loro impatto sui paesi che hanno avuto al governo le grandi socialdemocrazie è molto diverso. Oggi probabilmente anche quelle esperienze vanno riviste e modernizzate ma l’impianto di fondo di quei paesi è molto più solido. L’Italia ha saltato una fase del suo sviluppo ed oggi ne paga drammaticamente le conseguenze. Anche per questo è indispensabile, quantomeno, storicizzare la figura di Craxi e riconoscerne i grandi meriti, pur non dimenticandone gli errori.

Le celebrazioni in onore di Craxi che si terranno nel 2020 potranno servire anche a questo. Certo con l’intento di rivalutare le grandi battaglie ideali del riformismo socialista e di sottolineare l’opera dei principali protagonisti di quel filone culturale si è mossa la Fondazione F. Turati con la pubblicazione della sua collana storica nel cui ambito sono già usciti «Alle origini della sanità pubblica, i riformisti e la medicina sociale», «Il socialismo riformista e la grande guerra» e «Il socialismo riformista e la questione migratoria (1876-1990)». E non è un caso che il primo dei volumi dei protagonisti del riformismo socialista sia stato dedicato all’ex segretario del PSI. I temi che furono al centro di quella iniziativa politica, appunto le riforme e la governabilità, sono ancora oggi, a distanza di oltre 30 anni, lungi dall’essere risolti.

Come è scritto infatti nella presentazione del volume «Craxi cercò di superare il sistema consociativo che, fra molti meriti, costituiva oramai un ostacolo al ricambio politico e un peso crescente per le finanze pubbliche, alimentando anche i costi legali e illegali della politica… Il disegno riformista di Craxi trovò un ostacolo insormontabile nel PCI e anche nell’aggregare le forze dei partiti laici, andando incontro alla crisi del sistema politico al momento del crollo del Muro di Berlino. Crisi culminata con l’esplosione di Tangentopoli che travolse il sistema dei partiti di governo e il PSI che ne era uno dei pilastri. Da quegli anni cominciarono anche il declino della politica, dell’economia e delle istituzioni repubblicane».

Il libro su Craxi è acquistabile su Amazon, su Ibs, su Libreria universitaria e presso le librerie indicate a questo link.

In alternativa può essere richiesto direttamente alla Fondazione Turati scrivendo a g.gonfiantini@fondazioneturati.it. Anche gli altri volumi, che fra poco saranno disponibili anche su Amazon, possono essere nel frattempo richiesti alla Turati.

craxi
La presentazione al Circolo De Amicis di Milano
craxi Carlo Tognoli
La presentazione del volume su Craxi al Circolo De Amicis di Milano
2 Dicembre 2019 | Ufficio stampaPubblicato in: In evidenza, NotizieArgomenti: Carlo Tognoli, Nicola Cariglia, Piccola biblioteca del riformismo socialista
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