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Toscana – Il nuovo Piano Sanitario

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La sanità toscana cambia senza mettere in discussione i suoi principi ispiratori. Le scelte strategiche per la sostenibilità.

Agli inizi del mese di novembre, dopo un lungo dibattito ed ormai a tempi quasi scaduti, il Consiglio regionale toscano ha approvato il Piano sanitario e sociale integrato regionale 2012-2015.

Il Presidente Rossi ha ricordato che la sanità italiana continua ad essere una delle migliori e con un costo inferiore rispetto ad altre, e in questo ambito la sanità toscana continua ad occupare posizioni di eccellenza: per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza la Toscana, secondo il monitoraggio del Ministero, nel 2012 ha riguadagnato il secondo posto con il Veneto.

Dal 2000 in poi per la sanità in Toscana sono stati spesi 3 miliardi e mezzo di euro (1,5 da parte dello Stato, 2 da parte di Regione e Aziende sanitarie locali) e che l’obiettivo è di spendere nei prossimi anni altri 500-600 milioni per terminare gli interventi avviati.

Nel momento stesso dell’approvazione del Piano la Giunta ha rilanciato: se la grande sfida è quella di continuare a garantire ai cittadini la qualità dei servizi, per far questo occorre operare una riorganizzazione in termini di area vasta, fare un dimagrimento in termini di medici e dipendenti (gli operatori per posto letto sono più numerosi che altrove) ed insieme puntare a un’ulteriore qualificazione del servizio.

Da qui deriva il progetto invece di accorpamento e riduzione delle Asl – da 12 e più 4 aziende ospedaliere che sono oggi – a 3 con l’aggiunta di una quarta, il pediatrico Meyer: (anche se per il Meyer la vera innovazione sarebbe chiederne la trasformazione in IRCCS).

Sono trasformazioni che modificano sostanzialmente il panorama della sanità è necessario che vi sia un libero confronto di idee.

Per questo intanto riportiamo gli obiettivi generali del Piano e la loro declinazione in obiettivi specifici.

Il piano intende muoversi concentrandosi su scelte strategiche prioritarie capaci di segnare cambiamenti di scenario fondamentale per la sostenibilità e lo sviluppo del sistema stesso.

  • Perseguire la Salute come Risorsa e non come Problema

risorsa per l’individuo nella scelta di stili di vita piu sani, per la comunità nella creazione di un contesto sociale ricco di opportunità soprattutto per le persone più svantaggiate, per il sistema regionale in toto nell’individuare direttrici di sviluppo innovative ed economicamente rilevanti.

Nello specifico gli obiettivi vengono così declinati

  • Individuare e realizzare, con il coinvolgimento di piu attori non solo istituzionali, a cominciare dalla SdS, programmi specifici sugli stili di vita ritenuti prioritari come il fumo, l’attività fisica, l’alimentazione, con particolare riferimento alla piramide alimentare della Toscana, anche attraverso sinergie interistituzionali
  • Incentivare un atteggiamento proattivo del Dipartimento di Prevenzione con funzione di supporto, accompagnamento e non solo di vigilanza, semplificato e sburocratizzato
  • Mettere al centro la Persona nella sua complessità

le trasformazioni sociali ed epidemiologiche degli ultimi anni hanno reso la domanda di salute sempre più complessa e difficile da inquadrare in un ambito preciso ed è perciò offrire risposte risolutive e possibile soltanto attraverso il coordinamento di tutti gli interventi necessari e la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, in un sistema a rete aperto e flessibile, che metta al centro la persona e non la sommatoria dei suoi problemi, superando logiche professionali e “locali” e trovando soluzioni più attente al reale vissuto della persona interessata.

Nello specifico gli obiettivi vengono così declinati

  • Completare lo sviluppo della sanita di iniziativa superando il concetto di assistenza per singola patologia attivandolo anche per le problematiche inerenti salute mentale e dipendenze e disagio sociale
  • Proseguire la riorganizzazione della rete delle cure primarie, garantendone capillarità, visibilità e capacita di presa in carico, anche attraverso l’innovazione tecnologica, lamultidisciplinarità e l’integrazione con la specialistica ospedaliera
  • La multidisciplinarietà come elemento caratterizzante i modelli organizzativi ospedalieri affermando il principio della integrazione funzionale delle competenze attorno alla persona
  • Accompagnare i servizi istituzionali e il terzo settore al rafforzamento delle capacita d’ascolto delle nuove vulnerabilità sociali e allo sviluppo di nuove competenze per la gestione di processi inclusivi e partecipativi con i nuovi soggetti vulnerabili nel campo sociale e socio-sanitario (Sociale di Iniziativa)
  • Rafforzare la tutela dei minori attraverso la promozione dell’affidamento familiare
  • Organizzare e diffondere il pronto intervento sociale
  • Promuovere la realizzazione di azioni specifiche tese all’emersione dei fenomeni della violenza di genere e della tratta
  • Aumentare l’equità

Le diseguaglianze socio-economiche nella società hanno prodotto ovunque diseguaglianze nella salute che la Toscana intende contrastare attraverso la sanità d’iniziativa e lo sviluppo sempre più marcato di servizi proattivi. Diventa anche inevitabile intervenire su una variabilità di sistema presente anche nella nostra Regione, che sta alla base di una buona parte delle differenze fra i servizi offerti, della garanzia di acceso, dello stesso livello di qualità e sicurezza garantiti.

Nello specifico gli obiettivi vengono così declinati

  • Aumentare il coinvolgimento di tutte le energie presenti nel contesto territoriale al fine di ricomporre relazioni fondamentali e passare dal concetto di individuo isolato a quello di comunità partecipe
  • Intervenire su una variabilità di sistema presente anche nella nostra Regione, che sta alla base di una buona parte delle differenze fra i servizi offerti, della garanzia di acceso, dello stesso livello di qualità e sicurezza garantiti
  • Sviluppare l’edilizia sociale e diversificare l’offerta di accesso all’alloggio sociale
  • Perseguire sicurezza, efficacia e appropriatezza come valore del sistema

per rispondere alla crescita esponenziale della domanda di salute evidenziata negli ultimi anni, diventa fondamentale che un Sistema Sociale e Sanitario efficace e sostenibile persegua l’erogazione di prestazioni efficaci e appropriate, in contesti in cui la sicurezza possa essere assicurata, attraverso la ricerca continua della qualita dei servizi forniti, un patto con i professionisti, una informazione trasparente con i cittadini, alleanze interistituzionali sulle politiche di intervento.

Nello specifico gli obiettivi vengono così declinati

  • Garantire che, all’interno dei contesti strutturali, ogni intervento ed ogni processo venga effettuato con i massimi livelli di professionalità, nella maggior sicurezza possibile, nelrispetto dei criteri di qualità , di appropriatezza e di accreditamento
  • Rivisitare il ruolo dei moduli assistenziali previsti dalla normativa, con rafforzamento dei percorsi domiciliari e diurni e dei progetti di autonomia di vita dei cittadini nell’intero arco di vita superando la visione dei target demografici
  • Realizzare una alleanza che coinvolga le istituzioni, i professionisti, attraverso un uso appropriato delle risorse, sino ai cittadini stessi nel diritto/dovere di accedere al sistema non solo come individui, ma come parte di una comunità
  • Rimodulare la produzione delle prestazioni sulla base della valutazione della tipologia e dei volumi di attività basandosi sui principi di qualità e sicurezza.
  • Semplificare e sburocratizzare l’accesso ai servizi

mettere la persona al centro significa agevolare il percorso dell’individuo attraverso scelte innovative tese a semplificare l’organizzazione dei servizi sociali e sanitari, anche attraverso il sistema di tutela degli Uffici relazioni Pubbliche e del Difensore Civico.

Nello specifico gli obiettivi vengono così declinati

  • Ridefinire i punti di accesso ai servizi, con l’obiettivo della semplificazione dei percorsi di presa in carico e la riduzione dei tempi di erogazione dell’assistenza
  • Confermare la centralità dell’Area Vasta, all’interno della quale devono essere trovate le risposte alla maggior parte dei bisogni dei cittadini residenti e alla quale compete la pianificazione della produzione ospedaliera complessiva e la gestione dei percorsi integrati interaziendali.

 

“È stato fatto un lavoro enorme, che non sarà gettato via. Chi lo pensa sbaglia di grosso. Questo testo è il ‘Talmud’ della sanità toscana, una scrittura corale dove tutti possono ritrovare i punti a cui sono interessati, che serve come strumento di lavoro, come orientamento al sistema e anche come riconoscimento dei diritti dei cittadini”. Lo ha affermato il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi durante la discussione. Rossi ha ricordato che questi anni sono stati caratterizzati da profondi cambiamenti, ma che la sanità italiana continua ad essere una delle migliori e con un costo inferiore rispetto ad altre, e in questo ambito la sanità toscana continua ad occupare posizioni di eccellenza. “Per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza – ha ricordato il presidente – la Toscana, secondo il monitoraggio del Ministero, nel 2012 ha riguadagnato il secondo posto con il Veneto. E la Toscana, secondo il rapporto Istat 2013, è la regione che presenta il minor rischio di sofferenza per povertà”.

Rossi ha sottolineato che questa legislatura ha visto un’accelerazione degli investimenti in sanità. Dal 2000 in poi per la sanità sono stati spesi 3 miliardi e mezzo di euro (1,5 da parte dello Stato, 2 da parte di Regione e Aziende sanitarie locali) e che l’obiettivo è di spendere nei prossimi anni altri 500-600 milioni per terminare gli interventi avviati. “Siamo inoltre l’unica regione italiana con i bilanci certificati”, ha aggiunto il presidente. “Adesso però – ha avvertito – è necessaria una svolta che mi sarei risparmiato volentieri. Che altro dovremmo fare, rassegnarci a un lento degrado dei servizi, oppure dovremmo aumentare le tasse, mentre il Governo nazionale ha giustamente provveduto ad abbassarle? La grande sfida che ci poniamo è quella di continuare a garantire ai cittadini la qualità dei servizi”. Per far questo “occorre operare una riorganizzazione in termini di area vasta, fare un dimagrimento ma anche puntare a un’ulteriore qualificazione del servizio”. “I dati ci dicono che abbiamo una sanità un po’ ‘zavorrata’ da medici e dipendenti, con un numero di operatori per posto letto più alto che altrove. Dobbiamo dunque togliere una parte del personale, ma lo faremo riorganizzando e senza licenziare, ricorrendo ai pensionamenti nei termini previsti dalla legge pre-Fornero”.

14 Novembre 2014 | Fondazione F.Turati OnlusPubblicato in: Notizie, Primo piano
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